22 aprile 2017

Senza Michele Scarponi io sono un po' più solo

Io e Michele Scarponi siamo nati lo stesso giorno: il 25 settembre 1979. Avevamo più o meno lo stesso numero di capelli. Lui più rughe, io molti più chili. Ma avevamo visto lo stesso identico numero di giorni e di notti, vissuto lo stesso numero di albe e di tramonti.
Almeno fino a stamattina alle 8. Io dormivo ancora, lui era uscito per un allenamento in bici intorno a casa quando un camion lo ha preso in pieno.
Michele in questi giorni era in grandissima condizione.
Aveva fatto il tour of the Alpes, aveva vinto una tappa ed era stato sempre lì, con i migliori.
Quando era un po' più giovane era considerato uno dei più forti. Aveva vinto anche un Giro d'Italia, sebbene sulla carta dopo la squalifica di Contador. Ma era comunque arrivato secondo e arrivare secondo dietro a Contador in un giro d'Italia non è cosa da tutti.
Poi aveva fatto una scelta di vita e di carriera: anziché correre per sé, aveva deciso di mettere a servizio le sue doti di uno più forte di lui. Ed è stato anche grazie a lui, alla sua tigna, al suo coraggio, che Vincenzo Nibali ha vinto due giri e un tour de France.
Quest'anno Nibali ha cambiato squadra e Michele aveva deciso di continuare a stare al servizio di uno molto più giovane e più forte di lui. Grazie a lui Fabio Aru avrebbe potuto vincere un grande giro. L'esperienza e la classe di Michele lo avrebbe aiutato. E anche la sua allegria: quando passi sei ore in bicicletta, quando fai un lavoro così faticoso, avere qualcuno che ti fa ridere dicendo qualche bischerata aiuta.
Nella vita però non sai mai quello che ti capita. Qualche giorno fa Fabio Aru si è fatto male in allenamento. Niente giro, il capitano dell'Astana sarebbe stato Michele Scarponi. A 37 anni, forse per l'ultima volta, avrebbe potuto giocarsi le sue carte in prima persona. Magari non lo avrebbe vinto, il giro, ma sarebbe stato lì. Chi voleva la maglia rosa avrebbe dovuto vedersela con lui e provare a staccarlo in salita, se ne era capace.
Io al giro lo aspettavo perché gli volevo bene, se volete anche per questa assurda e solidale pretesa identitaria che hanno - penso - tutti i nati il 25 settembre 1979. E da stamattina alle 8 anche io sono un po' più solo, a questo mondaccio.