Circa due mesi fa, avevo scritto a che punto eravamo con le elezioni comunali di Bologna, visto che tanti amici che vivono fuori mi chiedevano cosa stesse succedendo in una città che da sempre è fondamentale per la politica italiana, ma che, stavolta, è messa un po' in ombra dalle elezioni a Roma, Milano, Napoli e Torino che sono, oggettivamente, più incerte e ricche di temi locali.
A Bologna è tutto un po' più ordinario: non ci sono state dimissioni di sindaci, inchieste particolari da parte della magistratura, non c'è stato l'Expo. Però, come dicevo anche l'altra volta, paradossalmente, ci sono delle dinamiche molto più interessanti che riguardano le varie forze in campo che potrebbero rappresentare delle prove generali per le forze politiche a livello nazionale. Perché a Bologna, appunto, stavolta, per tutta una serie di circostanze che non sono merito o colpa di nessuno, le dinamiche locali (pur fondamentali in un'elezione comunale) sembrano contare un po' meno rispetto a città più grandi.
Ma procediamo con ordine.